30 marzo 2020

La resilienza [edit]

È una parola così bella. Ti accoglie, ti fa posto. Ma non ci sprofondi dentro. È come un abbraccio, ecco.
resilienza
/re·si·lièn·za/
sostantivo femminile
  1. 1.
    Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.
  2. 2.
    In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
foto di Bru-nO
Guai, a non averne! Devi trovare il tuo modo.
Io rido, ogni volta.
Stavolta, con allegria e tenerezza.
È perché ricevo regali, mentre resto a casa, da altri che stanno a casa.
E quei regali sono occhietti, e vocine, e manine che sventolano saluti, dopo aver mostrato, ognuno a suo modo, la matematica che stanno imparando. Sono seri, emozionati davanti alla lente che li riprende. E, si vede, a volte cercano col respiro sospeso il suggerimento, il bisbiglio... altre volte, si sforzano di ricordare da soli, perfettamente.
Vi restituirò il dono.
Metterò insieme costruzioni, collezioni di calamite e di pupazzetti, animaletti gommosi e gnocchetti sardi, case di bambole, piramidi di bicchieri, e pareti color arcobaleno. Unirò ogni manciata di questi preziosi secondi, come il mazzetto di lettere dal fronte legate con lo spago, perché è questo che tiene uniti noi: la resilienza.
...
[edit: l'elenco di meraviglie da unire è in aggiornamento, perciò... restate sintonizzati ]

28 marzo 2020

"io non sono molto tecnologica" [cit.]

Lo dicono sempre, lo dicono da sempre.
immagine di Piotr Siedlecki
Ma adesso, in emergenza coronavirus e con la didattica a distanza, si trovano con l'acqua alla gola: è obbligatorio, non si scappa. Devono imparare.
Di chi parlo? Degli adulti, ovviamente; dato che ho a che fare quasi esclusivamente con donne per il mio lavoro, l'ho scritta al femminile... ma per i maschi, è uguale: non sono molto tecnologici nemmeno loro, anche se spesso il testosterone impedisce di ammetterlo.
Allora, care colleghe (e cari colleghi) e mamme (e babbi), vi dico quel che ho sempre detto ai miei alunni, dal primo giorno in cui li incontro (e poi, ogni volta che è necessario, lo ripeto come un mantra):

20 marzo 2020

di mamme, mani e Google Doodle

foto di eberhartmark
Poco fa, correggevo le foto inviate dai genitori (leggi: dalle mamme, quasi sempre) dei quaderni dei bambini. E pensavo ma le mamme - vogliamo parlarne - quanto lavoro stanno facendo? Devo scrivere qualcosa sul blog... E poi, vedo il Doodle! Non ci credo, al destino, però in spagnolo il destino è anche destinazione, meta. E dunque, eccomi qui alla meta dei miei pensieri.
I miei alunnetti mi hanno spesso definito, felici, "una scienziata"; ho spiegato loro più volte che mi piacerebbe, ma non lo sono. Però loro, i miei piccoli tesori, con queste parole hanno dimostrato di aver capito benissimo che la scienza è una delle mie grandissime passioni.
Oggi, Google ci ricorda ancora una volta che il cammino della scienza ci riguarda - tutti - così da vicino!

19 marzo 2020

Arriviamo PRIMI con gli ordinali

immagine di Nashrulloh Huda
Capire il concetto dei numeri ordinali non è difficile, per i bambini: da quand'erano piccolissimi, in quanti giochi e altre attività hanno sentito e utilizzato queste parole che... non ci si pensa, a volte, che siano numeri!
Non è sempre facile, però, memorizzarli: ricordare - ad esempio - che si dice "quinto" e non "cinquesimo". Non è uno scherzo: dopo il decimo (!!!) diventa facile, ma i primi dieci vanno imparati a memoria, non c'è storia.
Perciò, ecco alcune idee per farlo senza per forza stare seduti a "fare i compiti"; dopo un po', certamente ne inventerete altri voi (se ne avete voglia, scriveteli nei commenti... volete?).
Contiamo (primo, secondo, terzo...):
  • i passi, o i gradini, mentre camminiamo

15 marzo 2020

Giochiamo con Gedeone

foto di an_photos su pixabay.com
Sul più bello, quando erano quasi pronti i libretti di Gedeone, ci hanno chiuso la scuola!
Per fortuna, avete già con voi i 3 coccodrilli plastificati, con cui stavamo già giocando in classe. Perciò...

  1. Giochiamo a preparare 2 piatti: potrete utilizzare piatti di plastica, se volete, o disegnarli e ritagliarli su carta o cartoncino. Di volta in volta, potrete scegliere cosa mettere nei piatti: basterà scegliere dalla nostra cassetta degli attrezzi.

La "cassetta degli attrezzi" di matematica

immagine di Olivia Jester
Prepariamo la nostra "cassetta degli attrezzi" che ci servirà per giocare con la matematica: potrà essere una scatola, ad esempio, o un barattolo abbastanza grande, oppure anche una collezione di contenitori diversi. Insomma,  bisogna avere un po' di fantasia e usare quel che si ha in casa.
Nella cassetta, terremo anche la "bustina dei giochi di matematica" data dalla maestra.
La bustina dei giochi: la nostra raccolta, costruita durante l'anno scolastico, di stampe da ritagliare e/o da utilizzare per aiutarsi a capire meglio.
Dentro la cassetta degli attrezzi, terremo un po' di cose, tutte di recupero, scegliendo tra:

Il gioco dell'oca

Immagine da pixnio.com
Il gioco dell'oca è uno di quelli caduti in disuso, credo.
Quanto ci abbiamo giocato, da piccoli?
I nostri giochi erano, molto spesso, di cartone; erano tutto un tesoro di tabelloni, cartoncini, dadi e segnalini che venivano fuori dalle loro scatole sempre con un misto di ritualità e chiasso festoso.
Quei giochi ci riunivano intorno a un tavolo o sul pavimento, senza alcuna discriminazione di età o ruolo famigliare/sociale.
Questi giorni chiusi in casa, per me, sono un tuffo nel passato, quando i miei figli erano bambini e giocavo con loro, ed ero mamma ma non potevo dimenticare di essere una maestra.

Non ho problemi coi problemi

Ah, i problemi sì che sono un vero problema! Croce di molti, ma non per me. Sono una delizia, per noi che la matematica la AMIAMO!
A febbraio, ho deciso che fosse arrivata l'ora di cominciare ad affrontarli coi miei alunni.
Lo vedo subito, quando si divertono: si mettono dritti dritti seduti sulla sedia, con quei sorrisi trattenuti a fatica dalle guance, e gli brillano gli occhi. Allora, io penso tra me e me "è fatta!" e mi diverto anch'io.

"Io sono responsabile della mia rosa" [cit.]

Esattamente 3 anni fa, una delle giornate di lezione più ricche di emozioni, di umanità che ha attraversato tutti i confini:
  • tra bambini, giovani e adulti
  • tra maschi e femmine
  • tra gente dell'isola, del continente e di altri continenti
  • tra lingue diverse
  • tra colori diversi di pelle, occhi e capelli
  • tra sensibilità e modi di essere, di vivere, di pensare
Tutti, però, avevamo cose importanti in comune, le stesse per ciascuno di noi:

14 marzo 2020

Il contafacile

J. col suo contafacile DIY
Quest'anno ho scoperto - e subito mi è piaciuto - il contafacile. Me lo sono studiato, ne ho parlato con le colleghe, e tutte l'abbiamo comprato.
Ora, con la chiusura delle scuole, siamo costretti a "giocarci" da soli, e in modo più virtuale (ma la mamma di J. è stata fantastica, e insieme a lui ne ha fatto uno fai-da-te: idea geniale ancor più, adesso).
Così, dato che in classe sono arrivata a dare delle regole mie su come disegnarlo - in vista delle lezioni future - ecco qui il documento riassuntivo:

Riparto col blog

Ok, abbiamo un problema. Un problema mondiale, un problema virale... e purtroppo "virale" non è una metafora, stavolta!
Ma... sono o non sono la maestra di matematica?
Poco prima della chiusura delle scuole, avevo cominciato il lavoro sui problemi.
Avevo spiegato ai miei "piccoli" alunni (sono alla scuola primaria, perdindirindina, anche se in prima... sono GRANDI, altro che piccoli!) che i problemi sono DIFFICILISSIMI, perché sono sempre diversi.
E allora, visto che il problema è grosso, stavolta, e DEVO risolvere la mia parte di questo problema, riparto.
Riparto di nuovo.
Forse, sarà un modo più agevole di "fare scuola" di quelli che ho già pensato e messo in atto, nel frattempo, con i miei alunni e le loro famiglie.
Proviamo anche questa. D'altronde - l'ho già detto, ai miei alunni - dobbiamo pensarne molte, di soluzioni, per poi scegliere quelle più giuste.
Se non durerà molto, forse sarà perché il problema sarà presto risolto.
Me lo auguro, ce lo auguriamo tutti.